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SENIORES: INTERVISTA AL PREPARATORE ATLETICO DURANTE
10 Settembre 2025
SENIORES: INTERVISTA AL PREPARATORE ATLETICO DURANTE

Al San Michele la Prima Squadra del Tiesse Robot Calvisano sta affrontando la terza settimana di preparazione estiva. Cristiano Durante, storico responsabile della preparazione atletica e fisica dei guerrieri longobardi, ci racconta come proseguono gli allenamenti. Durante collabora con il nostro club dal 2005 e nell’arco di un ventennio ha riempito i muscoli di tanti dei nostri atleti. Inoltre, ben sei dei sette scudetti gialloneri conquistati portano il segno del suo duro lavoro. 
Cristiano: come hai impostato il programma della preparazione e come sta procedendo?
“Avevo effettuato un piccolo check di controllo nel mese di luglio con un nutrito gruppo di giocatori a disposizione. In seguito, ho dato loro un programma di allenamento da eseguire individualmente in attesa dell’inizio ufficiale del raduno. Quest’anno abbiamo ripreso a otto settimane esatte di distanza dal via al campionato. In questi quindici giorni ci siamo occupati di controllare i livelli aerobici e di forza. I secondi sono risultati essere tutto sommato accettabili mentre dobbiamo migliorare i livello aerobici anche se va detto che noi a Calvisano pretendiamo sempre il massimo dai nostri atleti. Abbiamo concentrato queste due settimane sull’aspetto aerobico, scegliendo tre sedute di lavoro aerobiche e in palestra mentre il venerdì è stato dedicato a una iniziale amalgama di rugby e skills. Dopo di che, due giorni fa, siamo ripartiti con il modello che adottiamo nel corso dell’anno quando ci sono nel mezzo le partite, quindi un richiamo aerobico iniziale e poi un lavoro dedicato alla corsa con la palla”. 
Quanto è importante il rapporto tra il preparatore atletico e l’allenatore?
“Il rapporto è assolutamente fondamentale. Nel rugby moderno il preparatore deve capire che tipo di mentalità tecnica ha l’allenatore. Deve infatti analizzare come lavora e individuare il feeling giusto per far accettare e sponsorizzare le proprie idee dal punto di vista fisico. Nella gestione quotidiana di una squadra il rapporto è sicuramente in sintonia. Io mi occupo anche del recupero degli infortuni e fornisco le direttive ai giocatori ai box. Ci tengo a ringraziare molto la società che mi ha dato carta bianca per costituire uno staff medico molto efficiente. Possiamo contare su terapisti di ottimo livello che permettono agli atleti di contare su un supporto abbastanza rapido. Per di più, Calvisano ha una struttura fisioterapica e medica eccellente. Per quanto riguarda lo staff tecnico, il mio rapporto con Mattia Zappalorto è ottimo. Mattia è un bravissimo allenatore che interpreta il rugby moderno nella maniera corretta, sa infatti gestire i toni e le situazioni in maniera intelligente. Di conseguenza, in un ambiente sereno tutti lavorano meglio”. 
La nostra squadra è costituita da età e fisici diversi tra loro, quali sono gli obiettivi comuni che tutti i giocatori devono condividere?
“L’obiettivo è quello di mantenere un livello aerobico complessivamente alto e con questo non mi riferisco solamente alla prestazione. Un livello aerobico alto ti permette infatti di supportare i carichi di lavoro e mantenere quindi una routine migliore ad allenamento. Il secondo punto riguarda l’endurance ad alto livello che consiste nel lamentare meno infortuni muscolari. Questi obiettivi sono ancora più importanti dei lavori di forza”. 
Come cambia il metodo di lavoro sui giovani?
La gestione tra un giocatore esperto e uno più giovane è nettamente diversa. Un giocatore esperto possiede di partenza un background fisico che è già buono. Quindi la gestione nel corso dell’anno è completamente differente, un giovane per esempio possiede capacità di recupero totalmente diverse rispetto a uno più esperto”. 
Con la promozione in A1 e una competizione che affronteremo da neopromossi, qual è dunque la grande sfida di voi preparatori quest’anno?
“La sfida di quest’anno è arrivare nella seconda parte di stagione con delle caratteristiche fisiche che dal punto di vista dell’impatto e della lotta siano efficienti soprattutto nell’aspetto mentale. Perché un conto è disputare una partita di livello fisico elevato una volta l’anno, così come accaduto nella primavera passata contro Paese e un conto giocarne invece una ventina. Sicuramente la prima parte di campionato è maggiormente semplice mentre la seconda più difficile. L’auspicio è che la squadra trovi una continuità in termini di prestazione fisica, se ciò avviene significa che abbiamo effettuato un salto di qualità”.

PHOTOCREDIT: Debora Pini
 

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