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UNDER 18: INTERVISTA A COACH SELMINI
24 Febbraio 2025
UNDER 18: INTERVISTA A COACH SELMINI

Con Marco Selmini coach dell’Under 18 insieme a Davide Ferrari e Andrea Bignotti abbiamo analizzato il momento dei giovani guerrieri longobardi.
Marco: in questa nuova fase di campionato denominata regionale sono arrivate tre successi in tre gare. Cosa manca a questo gruppo per definirsi completo?
“Questa nuova fase ci permette di proseguire a costruire nei giocatori una conoscenza del gioco che serva nel loro futuro. E’ bello infatti quando la comprensione e l’apprendimento si sposano alle vittorie, perché spesso non è così. I ragazzi vincono le partite sia per come le interpretano e per come le leggono e le risolvono in base alle loro conoscenze. Il percorso va terminato ma a mio parere siamo giunti a un buon punto”.
Su cosa può e deve migliorare la tua squadra?
“La squadra è molto giovane e costituita da ragazzi del paese e provenienti dalle zone limitrofe. Il nostro lavoro è preparare più giocatori possibili in grado di alimentare la prima squadra. Atleti pronti sia dal punto di vista fisico che tecnico e caratteriale. Gli standard del Calvisano sono molto elevati e il blasone lo impone. Dobbiamo quindi insistere e lavorare duramente cercando di far diventare i nostri giocatori più forti possibili in rapporto al loro potenziale”. 
Quanto è importante avere una società che crede nei giovani e li fa esordire?
“Sono allenatore di giovanili da sempre. Lavorare per un club che insiste sui propri ragazzi per me è meraviglioso e mi riempie di responsabilità. E’ sempre un orgoglio contribuire alla crescita di giovani atleti e vederli pronti e all’altezza con i Seniores. Personalmente lo definisco il mio più grande scopo professionale: crescita umana, comportamentale e tecnica. Sono contento quando i ragazzi sono all’altezza e pronti”. 
Il tuo lavoro richiede tempo, spesso i frutti ci impiegano molto a maturare. A quale punto del percorso sei arrivato?
“Io prendo i giocatori così come arrivano con il loro bagaglio e da lì cominciamo a lavorare. Il processo di apprendimento è un processo lento e non lineare che possiede tempi e tappe fisse che non possono essere aggirate. In genere, le nostre squadre si avvicinano al loro potenziale fisico e tecnico a gennaio e raggiungono il top nei mesi primaverili. Siamo al punto in cui con questa squadra pensavamo di essere nel segmento della stagione. Giochiamo bene ad ampi sprazzi, siamo forti fisicamente e ora ricerchiamo la continuità nella qualità del gioco. Il bello sta ancora arrivando”. 

PHOTOCREDIT: Debora Pini
 

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